Presidente
Docente di scuola secondaria superiore di II grado in pensione.
Pittore autodidatta, cultore dell’arte, ha sin da ragazzo mostrato passione per la pittura e interesse per il riuso e il restauro dei manufatti antichi. Conoscitore del centro storico di Bisceglie, si è sempre adoperato per la sua rigenerazione e rivalutazione.
Laureata in Matematica presso l’Università degli Studi di Bari con lode.
Si perfeziona in didattica della matematica frequentando il Corso annuale di perfezionamento a distanza dell’Università la Sapienza di Roma e vari corsi di didattica della matematica organizzati da vari enti quali l’UMI (Unione Matematica Italiana), la Mathesis, Il Centro PRISTEM, l’Università Bocconi, l’Università degli Studi di Bari.
Abilitata in Matematica, Matematica Applicata, Matematica e Fisica è docente di ruolo di Matematica presso il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci “ di Bisceglie. E’ insegnante formatrice del progetto m@t.abel (Piano per la formazione degli insegnanti di Matematica). Ha fatto parte del gruppo Tecnico della regione Puglia di coordinamento, supporto e monitoraggio della matematica negli esami di Stato di primo e secondo ciclo.
Ha sempre mostrato interesse per il connubio tra matematica e arte approfondendone i legami sia con la musica che con la pittura e l’architettura facendone anche oggetto di lezioni di approfondimento tematiche.
Con l’inizio del ‘500, il ducato di Bisceglie e Corato fu portato in dote da Alfonso d’Aragona per il matrimonio con Lucrezia Borgia. Dall’unione nacque Rodrigo d’Aragona, insignito dell’appellativo di duca di Bisceglie e Sermoneta e signore di Corato. Dopo la prematura morte di Rodrigo, nel 1513 Bisceglie si riscattò versando al re di Napoli 13.000 ducati, diventando così indipendente. Il re concesse la facoltà di armare galee e di difendersi con proprie milizie, già antico privilegio della cittadina. La nuova condizione di città demaniale consentì a Bisceglie di sviluppare liberamente le proprie attività produttive e commerciali. Proprio questo fu il periodo del maggiore sviluppo socioeconomico e dell’aumento architettonico-edilizio della città.
La natura di città regia e l’assenza di una casta chiusa favorirono due distinti fenomeni, con importanti riflessi sulla storia dell’edilizia cittadina: l’immigrazione di facoltose famiglie dedite principalmente al commercio, e la possibilità di un continuo ricambio al vertice governativo con nuove aggregazioni. Le famiglie borghesi, raggiungendo un patrimonio solido, imitarono i modelli aristocratici: si fregiarono di un blasone, rivestirono cariche pubbliche e, soprattutto, acquisirono un palazzo, che rappresentava il “bene stabile” per eccellenza. I lavori di rifacimento della cinta muraria posero i presupposti per l’espansione e il rinnovamento del tessuto urbano. Poiché all’interno delle mura era difficile trovare suoli liberi, per la costruzione di un nuovo fabbricato occorreva acquistare più edifici tra loro adiacenti. Si trattava, generalmente, di moduli abitativi di epoca medievale che venivano fusi e rielaborati. Così facendo, dietro le cortine continue e sontuose lungo le strade, non era difficile riscoprire quel tessuto più minuto e arcaico di cui il palazzo si era nutrito. La costruzione delle strade O. Tupputi, G. Frisari, via Trento, via Trieste, parallele alle mura, permise la costruzione di nuove residenze della nobiltà locale e della ricca borghesia al posto di aree libere, o rese tali da demolizioni di vecchie strutture o piccoli edifici anche di culto.
Vennero eretti i palazzi Tupputi, Schinosa, Berarducci, Frisari, allineati alla sede del Municipio. Queste residenze, dal più antico palazzo Ammazalorsa agli esempi successivi, sono equivalenti negli schemi architettonici adottati. I prospetti presentavano a livello del piano stradale il bugnato rustico e, separato da una cornice marcapiano, il più elegante bugnato a punta di diamante. Le finestre rettangolari o bifore erano decorate da elementi vegetali. Permaneva invece nella fitta trama di stretti percorsi e di vicoli che convergevano negli slarghi di S. Adoneo o S. Matteo o nel largo Piazzetta l’impianto della città medievale. Elemento unificante del tessuto edilizio era il materiale costruttivo: la pietra.
Giovane architetto, laureata presso l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana di Mendrisio. Durante questi anni si è formata seguendo corsi tenuti da professori di fama internazionale e atelier di progettazione tenuti dai professori arch. Y.Farrell e S. McNamara (Grafton Architects), arch. R. Tropeano, arch. F. Kere, arch. M. Arnaboldi, arch. F. Bonnet che le hanno permesso di sviluppare varie competenze dalla progettazione del singolo edificio al disegno del territorio, dal riuso del patrimonio storico alla riqualificazione del paesaggio.
Ha discusso la tesi teorica dal titolo “La riqualificazione del centro storico di Bisceglie” supervisore prof. Antonio Calafati.
Ha collaborato con il teatro dell’architettura di Mendrisio. Ha maturato esperienze lavorative in Italia e all’estero.
Portfolio: https://www.behance.net/ariannazecchil
Laureata in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università degli studi di Bari, si è diplomata in Canto Lirico presso il Conservatorio “N. Piccini” di Bari, con il massimo dei voti, sotto la guida del M° Nicoletta Ciliento. Ha frequentato corsi di perfezionamento con i maestri Enrico Stinchelli, Sherman Lowe e Mina Yamazaky.
La sua voce calda, versatile e la grande esperienze da interprete le permettono di affrontare diversi repertori che spaziano dal sacro all’operistico, dal jazz alla musica contemporanea. Ha al suo attivo un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero con grandi artisti quali il direttore d’orchestra Elio Orciulo, il M° Pasquale Menchise, il jazzista Andrea Gargiulo, durante la quale ha sempre riscosso grande consenso di pubblico e critica.
E’ docente di ruolo presso il II circolo didattico di Bisceglie, insegna canto e dirige il coro “Happy Chorus” delle voci bianche presso l’Accademia “Biagio Abbate” di Bisceglie.
Direttore artistico
Diplomato a pieni voti in clarinetto presso l’Istituto Musicale “G. Paisiello” di Taranto sotto la guida del M. Rocco Brandonisio, ha conseguito con il massimo dei voti il Diploma accademico di II livello in Discipline Musicali indirizzo clarinetto e con lode il Diploma accademico di II livello in Discipline Musicali indirizzo musica da camera.
Ha frequentato i corsi di perfezionamento estivi a Portogruaro organizzati dalla Fondazione musicale Santa Cecilia e si è perfezionato con i maestri Vincenzo Mariozzi, Stefano Novelli, Karl Leister, Alessandro Carbonare, Corrado Giuffredi, Calogero Palermo, Richard Stolzmann.
Ha collaborato con l’Orchestra della Fondazione lirico sinfonica del Teatro Petruzzelli, con l’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto, l’Orchestra ICO Tito Schipa di Lecce.
Premiato in concorsi nazionali ed internazionali è risultato idoneo per l’Orchestra del Teatro Petruzzelli, l’Orchestra Giovanile Italiana, l’Orchestra “Tito Schipa” di Lecce, l’Orchestra del Teatro Lirico di Spoleto e l’Orchestra “J. Futura” di Trento.
Ha al suo attivo un’intensa attività concertistica, sia come solista che in formazioni cameristiche.
E’ docente di ruolo di clarinetto presso il liceo musicale di Gravina.